FRATELLI IN MOVIMENTO

 

Uniti nella verità per essere testimoni fedeli oggi

Prima pagina

Contatti

Domande frequenti

Novità

Dottrine

Peculiarità

Prassi di chiesa

Storia

Vai a fine pagina

INDAGINE SULLE ASSEMBLEE 2

 

 a cura di Nicola Martella

 

 

Peculiarità

Indice

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

6. Aspetti troppo in risalto

 

Secondo la tua analisi e la tua esperienza, quali temi o aspetti sono messi troppo (o eccessivamente) in risalto all’interno delle Assemblee dei Fratelli?

 

1. I contributi dei lettori 2. La valutazione dei dati 3. Eventuali altri aspetti

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. I contributi dei lettori

 

Michele Attruia: È posta troppo in risalto la salvezza per grazia e la giustificazione per fede, mentre le opere, preparate perché i graziati le compiano, sono messe troppo in ombra, e la santificazione personale, conseguenza per la «nuova natura» del credente, viene solo sussurrata. {24-11-2014}

 

Fortuna Fico: Sono perfettamente in accordo con Michele Attruia: c’è un’eccessiva enfasi sulla «salvezza» e sull’essere santi in Cristo, ma parlare di santificazione progressiva e comportamentale, viene visto come il «perseverare fino alla fine» o di «operare» per guadagnare qualcosa. Diversamente la Bibbia parla proprio di un cammino di «santificazione» susseguente alla salvezza. {24-11-2014}

 

Massimo Galante: Condivido con Fortuna Fico e aggiungerei anche l’eccessiva enfasi sul ruolo dell’anziano, non come sorvegliante, ma inteso come «capo»! {24-07-2012}

 

Abele Longo: Il tradizionalismo occupa ingiustificabilmente un ruolo chiave all’interno delle nostre assemblee. Alla richiesta di spiegazioni su una data prassi di chiesa, ci si sente dire, di ritorno: «Ma si è sempre fatto così!». Per non parlare delle arrampicate in «stile libero» sugli specchi, allorquando si tenta di giustificare tali tradizionalismi con il supporto delle Scritture. {24-07-2012}

 

Matteo Ricciotti: Devo concordare con Abele Longo. Usare le Scritture, invece di essere usati dalle Scritture, questo è il problema. La figura dell’anziano come «capo indiscusso e indiscutibile». La corsa al pulpito come unico obiettivo per «conquistarsi» l’anzianato (termine, per me, che non mi comunica un gran che), mentre ci sono molti altri obiettivi e impegni nella chiesa locale; e ancora, l’uso del pulpito per impartire moniti tipo: «Stai attento, potresti essere messo fuori comunione». «In questa chiesa io voglio fare l’anziano», disse un fratello, dopo aver sondato che la presunta maggioranza era con lui. Ecco, in una situazione del genere non possiamo che cadere in ginocchio e dire: «Perdonaci, Signore, abbiamo bisogno del tuo intervento divino, per insegnarci la via da seguire per servirti fedelmente». {24-07-2012}

 

Mario Manduzio: Io paragono l’anziano delle chiese dei Fratelli al dipendente statale: una volta assunto nessuno lo licenzia. Così si trovano anziani da quarant’anni e sempre gli stessi a guidare le chiese. Si diventa padroni, si usa il microfono per impartire minacce; se qualcuno poi comincia a protestare, viene indicato come ribelle. {24-07-2012}

 

 

2. La valutazione dei dati

 

Dopo aver avviato il quesito, ho cercato di non intervenire sulle singole asserzioni dei partecipanti, al fine di lasciare libertà e non condizionare le risposte. Ora, faccio una mia valutazione dei dati pervenuti. A ciò aggiungo anche alcune mie valutazioni generali. Ciò non toglie, che anche altri posano aggiungere le loro proprie valutazioni riassuntive. {Nicola Martella}

 

     ■ Troppa soteriologia?: Si afferma che nelle chiese verrebbe accentuata l’opera d’ingresso nella salvezza (parte di Dio) a discapito della necessaria susseguente santificazione (opera del credente). Se così fosse, ciò avrebbe immancabilmente un risvolto sull’etica dei credenti, che nella pratica potrebbe essere deficitaria. Eppure, nelle Assemblee al riguardo ci sono da sempre state le idee chiare: la salvezza in Cristo rende operosi, non per guadagnarsi la salvezza, che è per grazia, ma come risposta e ovvia conseguenza della rigenerazione e della vita di Cristo nel credente, che porta frutto di santificazione in vista dell’incontro col Signore.

 

     ■ Difetti d’anzianato: Se il ruolo dell’anziano come sorvegliante è benaccetto, non quello come «capo indiscusso e indiscutibile» o, a volte, come padre-padrone. È stato anche evidenziato il caso che qualcuno pretenda di diventare anziano, basandosi sul fatto di avere una maggioranza favorevole nella chiesa; quindi il criterio sarebbe costituito dalla maggioranza e non dalle qualità. È stato evidenziato l’anzianato a vita, che fa diventare padroni dell’assemblea.

     Per come debba essere un «anzianato di qualità» rimandiamo sotto al punto 3.2.

 

     ■ Abuso del pulpito: Con tale termine si intende la tendenza di alcuni di profilare se stessi, accedendo al pulpito. È stato evidenziato che alcuni lo vedrebbero come sommo obiettivo e come anticamera all’anzianato, a cui mirano veramente.

     È stato anche evidenziato l’uso indebito del pulpito da parte di alcuni, ossia per dare avvertimenti più o meno sottili a qualcuno, per fare pubbliche ramanzine o minacce e per stigmatizzare qualcuno come «ribelle».

 

     ■ Tradizionalismo: È stato evidenziato il tradizionalismo, come pure il tentativo, a volte un po’ goffo, di giustificarlo con salti mortali scritturali. Le Assemblee, sebbene nate dall’anticonformismo e dall’antitradizionalismo, nel tempo hanno de facto codificato le scelte delle prime generazioni dei Fratelli, rendendole punto di riferimento e, quindi, tradizione ortodossa. È facile allora confondere quel, che si pratica, con ciò, che è veramente scritturale. Qualcuno ha parlato al riguardo del pericolo di «usare le Scritture», ossia in modo indebito.

     Questo riguarda, ad esempio, quanto segue: il modo di incontrarsi (disposizione delle sale, in Italia alzarsi tutti per pregare, specialmente all’estero alzarsi tutti per pregare); il modo di celebrare incontri e culti (pochi attori, molti spettatori, poca partecipazione diretta e interazione; p.es. anche la possibilità o meno delle donne di pregare, oppure mercoledì sì ma domenica no); l’ovvietà che la domenica sia il «giorno del Signore», sebbene non ci sia comandamento esplicito in merito nel NT (come neppure per il sabato; Rm 14,5s); passare borse e canestri per le offerte; credere che «rompere il pane» significhi sempre celebrare la Cena del Signore; credere che la celebrazione della Cena del Signore ogni domenica fosse la prassi comune al tempo del NT.

 

 

3. Eventuali altri aspetti

 

Qui i lettori possono aggiungere altri aspetti non menzionati da altri oppure, se hanno capacità analitica, possono fare le loro valutazioni di quanto già detto sopra.

 

3.1. Parole e fatti?

Mario Manduzio 1: Dal presente forum si evince che il problema c’è, ma viene affrontato solo in modo verbale (verba volant); quando c’è da agire, pochi hanno il coraggio di dissociarsi (se non a parole). È ora di smetterla di fare i maestri con le parole, ma di agire con determinazione, per fermare coloro (come dite voi nel forum), che sono diventati i padroni della chiesa. Io l’ho fatto e ne sono veramente felice! Invito a restituire la chiesa al Signore, l’unico Buon Pastore! {24-07-2012}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Un gruppo di discussione serve per discutere e confrontarsi sui temi posti. I primo passo per ogni cambiamento è prendere coscienza dei problemi reali. Il secondo passo è fare suggerimenti concreti su come affrontarli con discernimento e sapienza. Il terzo passo è verificare se il cambiamento ha sanato il problema originario o se ne ha creato un altro. Il quarto passo è correggere il tiro, se il cambiamento addotto non ha centrato del tutto l’obiettivo.

     Mario Manduzio, tu che cosa hai fatto di così eroico, per esserne veramente felice? Che cosa ha prodotto ciò veramente in tale situazione ecclesiale, nella vita di altri credenti e nella tua?

 

Mario Manduzio 2: Sono solo parole. Ognuno ha lasciato qualcosa (come te....) e certamente non ti sei chiesto cosa c’era di eroico... {25-07-2012}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Facci capire. Non lasciarci con «misteri» così alti e atavici, che non siamo in grado d’interpretare. Questo gruppo è fatto per comunicare e comunicarsi in modo comprensibile. I «sette tuoni» dell’Apocalisse non ci sono stati rivelati, ma il resto credo possiamo capirlo, se ci viene spiegato alla nostra portata. Grazie, se lo farai.

 

 

3.2. Anzianato di qualità

Matteo Ricciotti: Mario Manduzio, il problema non è tanto la durata temporale degli anziani, ma la qualità del loro servizio (parlo in generale). Io e te siamo nati e cresciuti nella stessa assemblea e sappiamo che chi svolge un servizio per il Signore come anziano con le qualità spirituali, non si lascia condizionare dalla corrente maggioritaria, o da altro, del momento, ma tiene alta la Parola della vita, senza riguardi personali per nessuno, senza favorire l’uno a danno dell’altro. Così, se ci sono anziani che guidano il gregge diligentemente, tagliando rettamente la Parola della verità, servendo il Signore e non gli uomini, per 40 anni, e anche il doppio (e ne abbiamo un esempio), ben vengano. Il servitore del Signore è chiamato a vivere totalmente nell’ubbidienza a Dio e alla sua Parola a vita. Dunque, ben vengano anziani a vita, se essi vivono nella totale ubbidienza e servizio al Signore. Inoltre, l’anziano è tale nella sua qualità di servizio, anche se è osteggiato, anche se la presunta «maggioranza» (umana) lo emargina. Anzi, ai giorni nostri, vista la situazione di degrado spirituale, in cui versiamo, con la tolleranza del peccato, che si va sempre più facendo spazio, dobbiamo ancor di più essere validi strumenti per servire il Signore. Naturalmente, gli anziani che servono fedelmente il Signore e la chiesa, sapranno indicare persone altrettanto valide per proseguire di generazione in generazione nel tagliare rettamente la Parola della verità, proprio perché devono prima o poi passare la mano. Concludendo, per quanto riguarda gli anziani, essi devono continuare a vivere nella consacrazione e nella santificazione. Se non lo fanno, sarà Dio stesso a destituirli, prima o poi; ma lasciamo che sia il Signore a farlo, non noi. {25-07-2012}

 

Adolfo Monnanni: Nelle assemblee, come in altre situazioni, ci sono fatti negativi; diamo spazio in modo corretto a trovare una soluzione per tutto? Siamo nella carne e non c’è soluzione, ma possiamo limitare i danni nel futuro. Anziani a vita? Vediamo di rinnovarli. Anziani deboli? Preghiamo che si rafforzino o lascino il posto ad altri. Ecco la mia domanda: ci sono nuovi volti e doni per sostituirli? Un messaggio ai giovani attivi nelle chiese locali è il seguente: fatevi avanti per il Signore, dimostrate che siete maturi e sicuramente troverete spazio. Rinnoviamoci insieme, con l’aiuto del nostro Signore ci riusciremo. Un fraterno saluto e un incoraggiamento a Nicola; andiamo avanti. {25-07-2012}

 

► URL di origine: http://CFLazio.altervista.org/Pecu/A1-Ind2-6-Troppo_risalto.htm

03-07-2012; Aggiornamento: 24-11-2014

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce